Lingua
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Colombi e sparvieri
Grazia Deledda
p. 358
- Come andiamo, pride Defrà, - domandò a voce alta; ma anche la sua voce, come la sua figura, s'era come rammollita..
p. 358
- E noi invecchiamo, pride Defrà! Ah, sì, tutte le stagioni arrivano!
p. 363
Pretu balzava su per la scalinata del Municipio come un piccolo muflone; nella piazza raggiunse il prete che se ne tornava a casa nero e lieve come un'ombra, gli baciò lamano, vide zia Giuseppa e Lia sedute sul patiu intente anch'esse a chiacchierare con altre donne.
p. 364
Tutta la casa dava l'idea d'un nuraghe, e non mancava il patiu, come davanti alla casa di zia Giuseppa Fiore, cioè una specie di cortiletto sollevato, dove Pretu vide Simona, la figlia cieca di zia Martina, che filava e pregava.
p. 368
E la vecchia tornò a sedersi sul suo patiu, come un'antica abitatrice dei nuraghes, insensibile ai canti della notte serena, pieno il cuore di ricordi d'odio e di grandiosi progetti di vendetta.