Colori
Milano, Arnoldo Mondadori Editore
Canne al vento
Grazia Deledda
p. 515
Alcune erano alte, sottili, fasciate di orbace, coi grembiali ricamati di geroglifici gialli e verdi e i cappucci di scarlatto, e pareva venissero di lontano, dall'antico Egitto: altre avevano i fianchi potenti, il viso largo con due pomi maturati per guancie, la bocca carnosa, ardente e umida come l'orlo d'un vaso di miele.
p. 516
La gente si divise per lasciar passare i carabinieri: alti, col pennacchio rosso e azzurro svolazzante come un uccello fantastico, stettero sopra i due mendicanti raggomitolati per terra.
p. 517
I colori vivi dei costumi paesani, il rosso di scarlatto, il giallo delle bende, il cremisi ardente dei grembiali, brillavano come macchie di fiori tra il verde dei lentischi e l'avorio delle stoppie.
p. 517
La gente ballava e suonava, il tramonto tingeva di rosa il campanile, i tetti, gli alberi intorno; dalla chiesa usciva un salmodiare di laudi che accompagnava il motivo della danza, e un profumo d'incenso che si mescolava all'odore degli orti.
p. 518
All'alba s'udì un salmodiare lontano; una processione salì dalla valle e in un attimo le roccie si coprirono di bianco e di rosso, i cespugli fiorirono di volti di fanciulli ridenti, e sotto gli elci i vecchi pastori s'inginocchiarono come Druidi convertiti.