Colori
Milano, Arnoldo Mondadori Editore
Canne al vento
Grazia Deledda
p. 511
Intanto le donne preparavano il pranzo. Avevano acceso il fuoco sotto un albero solitario e il fumo si confondeva con la nebbia. La macchia dei loro corsetti rossi spiccava fra il grigio più viva della fiamma.
p. 512
Tutta la frescura della sera, tutta l'armonia delle lontananze serene, e il sorriso delle stelle ai fiori e il sorriso dei fiori alle stelle, e la letizia fiera dei bei giovani pastori e la passione chiusa delle donne dai corsetti rossi, e tutta la malinconia dei poveri che vivono aspettando l'avanzo della mensa dei ricchi, e i dolori lontani e le
speranze di là, e il passato, la patria perduta, l'amore, il delitto, il rimorso, la preghiera, il cantico
del pellegrino che va e va e non sa dove passerà la notte ma si sente guidato da Dio, e la solitudine
verde del poderetto laggiù, la voce del fiume e degli ontani laggiù, l'odore delle euforbie, il riso e il
pianto di Grixenda, il riso e il pianto di Noemi, il riso e il pianto di lui, Efix, il riso e il pianto di
tutto il mondo, tremavano e vibravano nelle note dell'usignuolo sopra l'albero solitario che pareva
più alto dei monti, con la cima rasente al cielo e la punta dell'ultima foglia ficcata dentro una stella.
p. 512
Grandi ranuncoli gialli, umidi come di rugiada, brillarono nei prati argentei, e le prime stelle apparse al cadere della sera sorrisero ai fiori: il cielo e la terra parevano due specchi che si riflettessero.
p. 512
La nebbia si diradava, apparivano profili di boschi neri sull'azzurro pallido dell'orizzonte; poi tutto fu sereno, come se mani invisibili tirassero di qua e di là i veli del mal tempo, e un grande arcobaleno di sette vivi colori e un altro più piccolo e più scialbo s'incurvarono sul paesaggio.
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E andava, andava, in fila coi mendicanti, su, su, attraverso la valle verde di Mamojada, su, su, verso Fonni, per i sentieri sopra i quali, nella sera nuvolosa, i monti del Gennargentu incombevano con forme fantastiche di muraglie, di castelli, di tombe ciclopiche, di città argentee, di boschi azzurri coperti di nebbia; ma gli sembrava che il suo corpo fosse come un sacco vuoto, sbattuto dal vento, lacero, sporco, buono solo da buttarsi fra i cenci.