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Colori

Milano, Arnoldo Mondadori Editore

Canne al vento

Grazia Deledda

p. 505
Efix sedeva poco distante da loro e li guardava gravemente: li riconosceva, li aveva veduti laggiù alla Festa del Rimedio: erano due mendicanti vestiti decentemente da borghesi, con pantaloni turchini e giacca di fustagno: uno, giovane ancora, alto e curvo, col viso giallo scarnificato ove pareva fosse rimasta la sola pelle sulle ossa, con le palpebre livide abbassate, chiedeva, chiedeva muovendo appena le labbra grigie sui grandi denti sporgenti, come dormisse e parlasse in sogno, indifferente al mondo esterno.

colori

p. 505
Non rimasero che una venditrice di torroni e di pupazzi di farina nera ricoperti di zucchero; e due uomini seduti uno per parte davanti alla porta della chiesetta sotto l'atrio in rovina.

colori

p. 505
L'altro, vecchio ma forte, col viso rosso cremisi congestionato, tutta la persona agitata da un tremito che sembrava finto, aveva messo il cappello fra le sue gambe aperte e di tanto in tanto si curvava a guardarvi dentro le piccole monete.

colori

p. 506
Il vecchio gemeva. La donna ed Efix s'erano precipitati su lui, ma non riuscirono a fargli tener sollevata la testa.
- Bisogna distenderlo, - disse la donna, - ora gli darò un po' di liquore. Mettilo giù, aiutami.
Fu messo giù, ma le gocce d'un liquido verde ch'ella tentò di versargli in bocca sopra i denti serrati gli si sparsero sul mento.

colori

p. 506
E l'ombra si addensava rapida; ogni nuvola, passando sul vicino orizzonte, lasciava un velo, il vento urlava dietro la chiesa, tutte le macchie tremavano protendendosi in là verso la valle, e pareva volessero fuggire, luminose d'un verde metallico, agitate da una convulsione di tristezza e di terrore.

colori

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