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Colori

Milano, Arnoldo Mondadori Editore

Canne al vento

Grazia Deledda

p. 499
Efix lo guardava senza rispondere lasciandosi trascinare su per la straducola fino a un cortiletto chiuso fra due casette sopra la valle: un uomo, un borghese piccolo quasi nano, con gli occhi grandi melanconici e il viso bianco, attingeva acqua dal pozzo e Giacinto lo presentò come il suo padrone di casa.

colori

p. 501
Curvo su se stesso nell'ombra guardava la terra ai suoi piedi e vedeva un abisso nero.

colori

p. 503
Il suo corpo ne rimaneva esausto, e l'anima vi si sbatteva dentro, in uno spazio vuoto e nero come la notte; ma le parole d'amore di Giacinto balenavano lucenti sullo sfondo tenebroso, e le sue stesse lagrime lo illuminavano, gli splendevano intorno come stelle.

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p. 504
Intanto non si decideva ad andarsene, aspettando Grixenda; e quando non c'era in casa Giacinto scendeva il vicolo, sedeva sul ciglione della valle e spiava la strada bianca ai piedi del Monte.

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p. 504
Eccolo, gli sembra sempre di vederlo, alto, sereno, bianco di farina come una giovine pianta coperta di brina, purificato dal lavoro e dal proposito del bene.

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