Lingua
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Colombi e sparvieri
Grazia Deledda
p. 192
Mio padre rientrava, parlava del fitto della tanca, del contadino che voleva i denari; parlava delle capre, delle vacche, del servo che guardava l'ovile; di tutto fuor che di me.
p. 194
Ah, piccole lucertole mie, quella volta sì. Dunque mia moglie venne a trovarmi. Ero nel salto de S'Ena e Melas, dove una volta abbiamo avuto il bestiame.
p. 200
- Perché non guardi Columba, la nostra vicina? Essa ha roba e zio Remundu molti denari. Si dice che quando era bandito abbia trovato un accusorgiu.
p. 202
E il vecchio presiedeva a capo della tavola fra i due boccali di vino raccontando le sue avventure, mentre lo sposo un po' pallido rideva e beveva, e agli scherzi e alle allusioni degli invitati rispondeva dicendosi capace di andare alla tanca per domare i puledri.
p. 206
La mia matrigna origliava alla porta dei nostri vicini, dicendomi che fra Banna e il vecchio si discuteva continuamente: la donna voleva che la domanda di matrimonio venisse respinta con sdegno, mentre il vecchio faceva le mie lodi, ma con ironia, chiamandomi già il «notaio» oppure su cusino mizadu.