Colori
Milano, Arnoldo Mondadori Editore
Canne al vento
Grazia Deledda
p. 476
C'erano solo le serve, una grassa e anziana che si dava le arie imponenti della sorella del Rettore, l'altra giovane e lesta benché afflitta dalle febbri di malaria; ed egli dovette attendere nella stanza terrena, divagandosi a guardare nel vasto cortile i graticoli di canna coperti di fichi verdi e neri, d'una violetta e di pomidoro spaccati velati di sale.
p. 476
Ma ciò che impressionò Efix fu di vedere donna Noemi col fazzoletto bianco di donna Ruth sul capo, in segno di lutto. Era invecchiata, bianca in viso come il lenzuolo rattoppato che ella rattoppava ancora.
p. 477
Tutta la casa spirava pace e benessere: sui muri chiari tremolava l'ombra dei palmizi e tra il fogliame dorato dei melagrani le frutta rosse spaccate mostravano i grani perlati come denti di bambino.
p. 477
Non gl'importava più nulla di Giacinto, né di Grixenda e neppure, quasi, delle padrone; tutto gli sembrava lontano, sempre più lontano, come se egli si fosse imbarcato e dal mare grigio e torbido vedesse dileguarsi la terra all'orizzonte.
p. 478
Efix sollevò, riabbassò tosto gli occhi; un rossore fosco gli colorì il viso che pareva arso scarnificato con la sola pelle aderente al teschio.