Lingua
Milano, Arnoldo Mondadori Editore
Canne al vento
Grazia Deledda
p. 402
- Ecco mia suocera: domanda a lei se queste berrette non costano a me nove pezzas, - disse il Milese, mentre Efix se ne misurava una tirandone giù sulla fronte il cerchio e ripiegandone la punta alla sommità della testa. “Hai scelto la migliore; non sei semplice come dicono! Non vedi che è una berretta da sposo?
- È stretta.
- Perché è nuova, figlio di Dio, prendila. Nove pezzas: è come che sia buttata nella strada.
Efix se la tolse e la lisciò, pensieroso; finalmente mise sul banco la moneta dell'usuraia.
p. 412
Le dame Pintor avevano a loro disposizione due capanne fra le più antiche (tutti gli anni ne venivan fabbricate di nuove) dette appunto sas muristenes de sas damas, perché divenute quasi di loro proprietà in seguito a regali e donazioni fatte alla chiesa dalle loro ave fin dal tempo in cui gli arcivescovi di Pisa nelle loro visite pastorali alle diocesi sarde sbarcavano nel porto più vicino e celebravano messe nel Santuario.
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Nella capanna attigua le parenti con cui ella era venuta alla festa cenavano sedute per terra attorno ad una bertula stesa come tovaglia, e mentre una di esse cullava un bambino che s'addormentava agitando le manine molli, l'altra chiamava la fanciulla.
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- Corfu 'e mazza a conca! E allora datemi la chiave. Vado e frugo, in casa vostra, eppoi scappo nelle grandi città!
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Ma al grido Efix era apparso e si avanzava battendo i piedi in cadenza e agitando le braccia come un vero ballerino. Cantava accompagnandosi: A sa festa... a sa festa so andatu...
Arrivato accanto a Grixenda le prese il braccio, si unì alla fila delle danzatrici e parve davvero animare con la sua presenza il ballo: i piedi delle donne si mossero più agili, riunendosi, strisciando, sollevandosi, i corpi si fecero più molli, i visi brillarono di gioia.