Colori
Milano, Arnoldo Mondadori Editore
Canne al vento
Grazia Deledda
p. 449
Le colombe bianche tubavano, con le zampe di corallo posate sull'architrave della porticina sotto un tralcio di vite che gettava una ghirlanda d'oro sulla sua ombra nera; e in questa cornice l'usuraia filava, coi piccoli piedi nudi entro le scarpette ricamate, il fazzoletto ripiegato sulla testa.
p. 449
- La mia amica? - egli gridò allora aprendo gli occhi spauriti. E vide rosso. Gridò ancora qualche parola, ma senza sapere quel che diceva, e corse via agitando la berretta come andasse a spegnereun incendio.
p. 450
E l'usuraia filava e le colombe tubavano, e le galline beccavano le mosche sulla pancia rosea dei
porcellini stesi al sole: tutto il mondo era tranquillo. Lui solo spasimava.
p. 451
Il sangue tornava a circolargli nelle vene, ma caldo e pesante come lava; la febbre lo pungeva tutto, i raggi obliqui di polviscolo argenteo che cadevano dal tetto in rovina gli parevano buchi bianchi sul pavimento nero, e le figure pallide dei quadri guardavano tutte giù, si curvavano, stavano per staccarsi e cadere.
p. 452
Il carro spariva nella notte, ma sul ponte, sotto la luna, rimaneva don Zame morto, steso sulla polvere, con una macchia gonfia violetta come un acino d'uva sulla nuca.