Geografia
Milano, Mondadori, 1972
Paese d'ombre
Giuseppe Desś
p. 305
Il sole era appena sorto dalle cupe montagne del Linas e illuminava d’una luce polverosa, radente, i muri e i tetti delle case strette le une alle altre.
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Dalla strada che imboccarono Felice e Antonietta preceduti dai bambini, si vedeva il verde pallido dei fichidindia e quello cupo delle montagne, oltre le quali Norbio e la vasta pianura del Campidano.
p. 306
In fondo si vedeva la campagna fatta di dune di sabbia coperte di fitti cespugli, e il mare di un intenso azzurro, che si schiariva in un verde trasparente ben delimitato, oltre il quale, in una lontananza stellare, si intuiva un irraggiungibile orizzonte. Dalla strada che imboccarono Felice e Antonietta preceduti dai bambini, si vedeva il verde pallido dei fichidindia e quello cupo delle montagne, oltre le quali Norbio e la vasta pianura del Campidano.
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laquo;Troppe cose vuoi fare, troppe cose» aveva detto il senatore quando aveva saputo del progetto di rimboschimento dei contrafforti del Linas.
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Ognuno sceglieva il suo santo, nelle preghiere, secondo la propria inclinazione, come intercessione per arrivare a Dio, che era oltre la cortina di nubi di Monte Homo, oltre i più segreti pensieri.