Colori
Milano, Arnoldo Mondadori Editore
Canne al vento
Grazia Deledda
p. 424
- E che facciamo, con questa bisaccia? Sei stato a rubar fave?
Efix s'alzò, rispettoso.
- Son le provviste per le mie dame. E lei dove va?
Anche don Predu andava laggiù. Dalla sua bisaccia a fiorami usciva l'odore del gattò che portava in regalo al Rettore suo amico, e il collo violetto di una damigiana di vino.
p. 426
i vedevano infatti in lontananza, tra il verde delle macchie, lui alto e verdognolo, lei piccola e nera, tutti e due con in mano le secchie scintillanti che di tanto in tanto si toccavano e di cui l'acqua, traboccando, si mischiava e sgocciolava.
p. 426
Si vedevano infatti in lontananza, tra il verde delle macchie, lui alto e verdognolo, lei piccola e nera, tutti e due con in mano le secchie scintillanti che di tanto in tanto si toccavano e di cui l'acqua, traboccando, si mischiava e sgocciolava.
p. 426
Entrando nel recinto rivide la solita scena: le sue dame sedevano sulla panchina con le mani in grembo, Kallina filava, coi piedi nudi entro le scarpette a nastri; nell'interno delle capanne le donne sedute per terra bevevano il caffè, cullavano i bimbi, e sull'alto del belvedere, sullo sfondo del cielo dorato, la figura nera di prete Paskale salutava col fazzoletto turchino.
p. 427
Prese un po' d'acqua con le dita, e gliela buttò sul viso, senza ch'egli cessasse di sorriderle con gli occhi dolci pieni di desiderio, mostrandole fra le labbra rosee i denti bianchi quasi volesse morderla.