Lingua
Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875
Violetta del Goceano. Romanzo contemporaneo
Marcello Cossu
p. 201
S'erano cucinate gustosissime vivande di selvaggina e delle prelibate anguille pescate dall'amico, né vi mancavano vini generosi e altre cosette, che so io, quanto mi venissero grate. Terminato il mangiare, Riccardo disse alcune parole all'orecchio di Paolo, dopo di che, con la scusa di fare una scorreria alle pernici, chiamatosi Moltke, si licenziò da noi.
p. 203
Io non vi capisco; quel che comprendo si è che i giovani d'oggigiorno, trattandosi di matrimonio fannoci su tanti commenti, si lunghi esami di coscenze ch'è una disperazione...... Al mio tempo, sì che si tirava colle lungagini nel pigliar moglie. Venuto al ventesimo anno – e vè, non si varcava senza contrarre nozze – s'abbandonava un pochino a quale fanciulla convenisse unirsi, poi si sceglieva il paraninfo per trattare il negozio presso la di lei famiglia, la quale fatto consiglio sulla moralità del giovine, e sul vantaggioso partito, si dava il Sì, e un mese dopo i due contraenti erano fidanzati. Indi si maturavano le nozze, che riuscivano brillanti e buone quant'altre mai!
p. 205
Quello scapestrato di cui mi narraste le brave spagnolate?
p. 213
Questi ed altri argomenti m'addusse Giuliano che mi disposero alla fuga, e dato un mesto addio alla casa paterna, salì sulle groppe del palafreno di Giuliano e partimmo di carriera.
p. 217
L'esito non corrispose alle brame; l'offeso padre infuriò alla nuova; gittossi furibondo da letto – volea avere subito la figlia, a punirla del suo misfatto.