Colori
Milano, Arnoldo Mondadori Editore
Canne al vento
Grazia Deledda
p. 421
Nugoli di farfalle bianche e giallognole volavano di qua e di là, posandosi, confondendosi coi fiori dei piselli: le
cavallette si staccavano e ricadevano come sbattute dal vento, le api ronzavano lungo le muricce
come dorate dal polline dei fiori su cui posavano.
p. 421
S'alzò a sedere cingendosi le ginocchia con le braccia e si fece un po' pregare prima di prendere la zucca arabescata piena di vino giallo che il servo gli porgeva. Infine bevette: era un vino dolce e profumato come l'ambra e a berlo così, dalla bocca stretta della zucca, dava quasi un senso di voluttà.
p. 421
Fra una canna e l'altra sopra la collina le nuvole di maggio passavano bianche e tenere come veli di donna; egli guardava il cielo d'un azzurro struggente e gli pareva d'esser coricato su un bel letto dalle coltri di seta.
p. 423
Adesso dormiva e russava, ed Efix l'aveva veduto poco prima sul lettuccio lungo il muro, con le palpebre chiuse così delicate, che pareva vi trasparisse l'azzurro degli occhi, coi capelli rossicci sul bianco del guanciale e i pugni chiusi come un bambino che sogna.
p. 424
Don Predu, fiero e pesante sul suo cavallo nero grasso, passava dietro la siepe. Cosa insolita, vedendo Efix si fermò.