Lingua
Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875
Violetta del Goceano. Romanzo contemporaneo
Marcello Cossu
p. 190
Mi valsi d'un pronubo nella persona fidatissima d'un compare, il quale nella sera successiva a quell'incontro sarebbesi presentato a signor Efisio a perorarne la causa. - Io era rimasto in una trepidante aspettazione; non appena rientrò il pronubo, gli corsi intorno per domandarlo. Signor Efisio a prima giunta avea mostrato sorpresa della richiesta; ma poi se n'era tenuto contento.
pp. 192-193
Signor Efisio – è duopo qui dirlo – era uno di quei genitori del tipo caratteristico, che come vi accennava, sono inflessibili nei loro propositi e non ascoltano voci del cuore, spesso sagrificando teneri affetti e rendendosi colpevoli di mostruosi delitti. Costoro si evadono dalle accuse colla pretensione di esser a lor affidato l'avvenire dei figli; epperò, per quanto omninamente possono, tentano d'assicurarlo, e soffocando ogni passione che lo pregiudichi! Come se un avvenire vantaggioso formi la felicità dell'uomo cui solo tende e la felicità sia un bene puramente materiale!.... Educhino i genitori i cuori dei figli e vi facciano gli sforzi; ma nelle aspirazioni siano lasciati liberi, perocchè sia questa legge di Dio, legge di natura! - La felicità dell'uomo non può raggiungersi che colla libertà e col conseguimento ragionevole dei rispettivi desideri. - Questi individui se mai ne sussistessero nelle presenti società, e che tanto pregiudicano il bene morale dei figli, si concilino da una volta coll'emancipazione dell'uomo e ritengano che l'uomo è nato libero e vuol morire libero!
p. 194
Giuliano non veniva, né la fanciulla ne mostrava ansia; stava lì assorta come una Niobe.
p. 194
Era mesta, cogitabonda.
p. 195
Si era udito scricchiare la porta del giadino, il passo celere e leggiero come di cerbiato, e la voce carezzevole, sommessa che chiamava Violetta.