Lingua
Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875
Violetta del Goceano. Romanzo contemporaneo
Marcello Cossu
pp. 176-177
Ed ecco di nuovo la mia famiglia lanciata nel lutto; le mie sorelle sono desolatissime della perdita, vestono la gramaglia e non vogliono prender parte alle gioie per un anno – E' costume delle nostre famiglie non contrar nozze in tempo di lutto.
pp. 180-181
Io, Paolo e Riccardo scorremmo tra le amenità del villino, cogliendo i raspolli e pelando qualche bel pero e pometto. Venuti al ruscello, saltò il ticchio al mio amico d'inventarvi una pesca; perocchè là, vi guizzavano anguille in abbondanza. Corse subito ad avvertirne i domestici che vennero con certi arnesi di pesca e si misero al lavoro. Ma io come che godessi nell'assistervi, avevo ben altro desiderio in mente; avrei bramato che lontano di là solo a solo con Paolo, udir lui raccontarmi la storia del suo amore, e Paolo mi comprese, e fattomi accomiatare dall'amico, mì menò in luogo alpestre, ove sedutici al caro razzo d'un faggio, riprese il suo racconto.
p. 183
Ci avea su tanti ciondoli e gingilli da sgradarne la vetrina d'un minutiere.
pp. 186-187
Allora come se fosse tocco da una commozione galvanica, trasalì, levossi e fece alcuni passi dietro a Violetta.
p. 187
Eppure i nostri labbri rimanevano immoti sul comune desìo.