Colori
Milano, Arnoldo Mondadori Editore
Canne al vento
Grazia Deledda
p. 407
Lo stesso chiarore aranciato del crepuscolo, il Monte coperto di veli violetti, l'odore della sera, tutto le ridestava l'anima di vent'anni prima.
p. 408
Appena vide Noemi si tolse il berretto che lasciava l'impronta sui folti capelli dorati, e le sorrise mostrando i bei denti bianchi fra le labbra carnose.
p. 408
Un uomo giovane che pareva un operaio, alto e pallido, vestito di verde, con le scarpe gialle polverose e i piccoli baffi in colore delle scarpe, stava davanti al portone appoggiato a una bicicletta.
p. 409
Egli sedette sull'antica panca, di faccia al Monte che gettava la sua ombra violetta nella cucina, accavalcò le lunghe gambe, incrociò sul petto le lunghe braccia palpandosele con le mani bianche.
p. 409
Noemi osservò che le calze di lui erano verdi, un colore strano davvero per calze da uomo, e accese il fuoco ripetendo fra se: «Ah, Ester gli ha scritto di nascosto? Che se lo curi lei, adesso!». E provava un vago timore a voltarsi, a guardare quella figura d'uomo un po' tutta strana, verde e gialla, immobile sulla panca dalla quale pareva non dovesse alzarsi più.