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Storia

Roma, Tip. G. Ciotola

L'eremita di Ripaglia ossia l'antipapa Amedeo VIII di Savoia

Stefano Sampol Gandolfo

pp. 135-136
Come i rivoluzionari amici della Casa di Savoia, saccheggiando in questi nostri tempi le reggie delle antiche signorie italiane, s’impossessarono anche dei loro archivi particolari e privati, e vi gettarono gli occhi e i segreti, le confidenze di famiglia e del cuore più rispettabili gettarono pascolo alla malnata curiosità plebeia; così un’altra rivoluzione, la napoleonica, sul principiare del presente secolo, avea operato nelle reggie dei principi di Savoia. Quando cioè, cacciati dal trono del loro Piemonte, e costretti a rifugiarsi poveri nella poverissima isola di Sardegna, dovettero anch’essi assaggiare le delizie, che oggi i loro amici rivoluzionari piemontesi fanno assaggiare agli esuli di Parma, di Modena, della Toscana e delle Due Sicilie.

italia ed europa, storia

p. 138
Quella valle dei dominii dell’eccelso Duca Amedeo VIII di Savoia, che è coronata dalle più elevate cime della grande catena alpina, si chiama Valle d’Aosta. Essa desume questo nome da quello della bella città, che siede in riva e nel punto più centrale del suo maggio fiume, e che Augusta Praetoria appellata fin dai tempi di Terenzio Varrone, che ordinavane la costruzione, con tutta la solidità e magnificenza romana, 25 anni avanti l’era cristiana, oggi per corrompimento di lingua Aouste, o Aosta comunemente è chiamata.

geografia, storia

pp. 142-143
L’orologio della magnifica cattedrale, edificata sotto l’impero di Costantino e sulle rovine di un antico tempio pagano da Gontrado re dei Borgognoni, batteva la mezzanotte, e Prudenzia e Anna Maria, facendosi il segno della Santa Croce stavano cantando: Gloria in excelsis Deo, quando si sentì bussare alla porta e vidersi contemporaneamente entrare, esclamando anch’essi: Gloria in excelsis Deo, sei distinte persone.

religiosità, storia

pp. 173-174
Discendano, o no, da quel fanatico Valdo, cosa che a noi poco importa di qui ricercare, il quale incominciò a dommatizzare in Lione l’anno 1180, presumendo di voler ridurre, come tutti i settarii, il Cristianesimo alla sua semplicità primitiva; è un fatto ch’esso penetrò nel secolo undecimo anche in Piemonte, e che ivi stabilì ed ingrossò la sua setta tra le valli del Chisane e del Pellice. Come è un fatto che noi li troviamo fin dai più remoti tempi condannati come discepoli degli Arnaldisti e degli Albigesi, sottoposti all’accusa di avere rinnovato gli errori di Vigilanzio sul culto dei santi e delle sacre reliquie, sulla gerarchia cattolica e sulle cerimonie ecclesiastiche: imputati di avere proclamato gli errori dei Donatisti sulla nullità dei sacramenti conferiti da ministri indegni, e di avere infine adottate le massime degli Iconoclasti.

italia ed europa, religiosità, storia

p. 175
Era tanto nota la loro perfidia anche fra i buoni Valdostani, ove avevano tentato di stabilirsi,tanto nota l’amicizia e la protezione, di cui li onorava il Duca Amedeo VIII, il nostro Eremita di Ripaglia, il così detto Salomone del suo secolo, che quando furono visti aggirarsi per le vie della città il giorno delle nozze, ci fu qualcuno che se ne impensierì profondamente, siccome indizio di sinistro presagio.

gente, storia

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