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Religiosità

Roma, Tip. G. Ciotola

L'eremita di Ripaglia ossia l'antipapa Amedeo VIII di Savoia

Stefano Sampol Gandolfo

pp. 196-197
Nella sala, sei baldi giovani ed un’avvenente giovinetta, tutti in perfetto costume di montanari ravvolti nei mantelli di panno verde scuro e, a loro puntati cappelli in mano, stavano genuflessi davanti alla maestosa figura del Vescovo, che colla croce pastorale in mano, nell’atto di alzare la tremante mano per benedirli, pronunciava le seguenti affettuose parole:
“Il Signore Iddio, la Madonna santissima, santa Anna vi accompagnino. […] Pregate qualche volta pel povero Vescovo di Aosta, che pregherà sempre per voi, pei vostri buoni amici, per tutte le vostre famiglie,e che vi benedice con tutta l’effusione del suo cuore: nel nome santissimo di Dio, Padre, Figliuolo e Spirito Santo. Amen”.
Amen, risposero tutti fra i singhiozzi e le lagrime, avvicinandosi al santo Prelato e baciandogli ripetutamente la mano e la croce.

colori, religiosità

p. 197
L’orologio della Cattedrale annunziava a lenti rintocchi la mezzanotte, e cinque minuti dopo, mentre il venerando Prelato si precipitava ad orare sopra lo inginocchiatoio della sua camera da letto, il ferreo cancello dell’orto vescovile si chiudeva dietro all’ultimo dei sette cavalli, che aveva inforcati la comitiva dei montanari.

flora e fauna, religiosità

p. 200
Mentre nella cattedrale di Aosta solennizzavasi il matrimonio del Barone Manfredo di Roumilly con Anna Maria Farraut, l’uomo fatale e crudele, che più mortalmente gli odiava, curvavasi ipocritamente al bacio della Santissima Sindone nella Cattedrale di Chambery.

religiosità

pp. 200-202
Si può asserire, senza tema di essere smentiti, che in fatto di sacri templi, di tutte le città italiche la meno notevole è Torino, la capitale del Piemonte antico.
La stessa sua metropolitana, che vuolsi fondata dal Duca Longobardo Agilulfo sul principio del secolo VII, e ricostruita nel 1498 sul disegno di Bramante, ad eccezione della sua grandiosa Cappella Reale del Santissimo Sudario, nulla offre, che sia degno di osservazione.
A questo imponente santuario, che fa seguito alla Reggia, e che ammirasi in gran parte anche dalla sottostante Cattedrale per mezzo di una maestosa arcata sorretta da colonne, ascendesi per una pregevole gradinata.
Innalzato d’ordine del Duca Carlo Emanuele II sul disegno del Guarini, per la sua forma rotonda, per le sue ricche colonne e pei suoi pilastri di marmo nero a basi e capitelli di bronzo, è l’interno di quella ricchissima Cappella Reale, più che severo, mestissimo.
Vi ha chi si ostina a sostenere che la sua cupola è singolare, ma per la licenziosa stranezza delle sue forme, che è un vero sfregio dell’arte architettonica. Singolare non è neppure l’altare, benché disegno del Bertola e ricco a profusione stucchevole di ornati del Borelli. Singolare ed ammirabile è la duplice preziosissima sua cassa, che racchiude la Santa Sindone, il venerabile lenzuolo, in cui venne raccolto dal pietoso Giuseppe di Arimatea il Corpo Augustissimo del Redentore.
Santissima, adorabilissima Reliquia, che trasportata in Europa nel 1187 da una famiglia espulsa da Gerusalemme dal feroce Saladino, acquistata da un Goffredo di Charny della Sciampagna, fu dalla costui figliuola ed erede, andata sposa ad un gentiluomo del nostro Duca Amedeo VIII, dopo molte vicissitudini donata ai principi della Casa di Savoia.
I quali, dopo averla riverentemente ed a seconda dei tempi trasportata ora da Chambery a Vercelli, ora da Vercelli nuovamente, per secondare i desiderii del popolo, a Chambery, ora da Chambery al Castello di Lucento per ivi sottoporla all’adorazione di S. Carlo Borromeo a tale oggetto pellegrinante, venne finalmente rinchiusa là, ove oggi splendidamente la vediamo, e adoriamo. Checché abbia scritto contro la sua autenticità la immonda penna di un Calvino e di altri ignobili suoi detrattori.
Grande, bisogna dirlo, fu in ogni tempo la devozione dei Principi e delle Principesse dell’augusta casa di Savoia per questa prodigiosa e taumaturga Immagine del corpo Santissimo del Salvatore.

arte, colori, italia ed europa, religiosità, storia

p. 203
Qual titolo mi autorizzereste voi a lanciargli sul viso ed a consacrargli in queste pagine, al vederlo prostrato modesto e commosso nello stesso giorno e nella medesima ora dinanzi alla Reliquia Santissima di Colui, che perdonò ai suoi carnefici, ai nemici suoi, morendo in croce anche per loro?

religiosità

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