Costumi
Milano, Mondadori, 1972
Paese d'ombre
Giuseppe Dessì
p. 49
Si levò la mantiglia di seta nera e andò a riporla, si avvolse la testa con un fazzoletto giallo dei giorni di lavoro e andò a prendere in granaio un mezzo sacco di grano; lavò il grano accuratamente e lo mise ad asciugare in due grandi canestri, in cortile, davanti alla porta della cucina.
p. 51
Chi sa cosa pensava di lei la gente chiusa nelle case, la gente che forse dalle fessure delle imposte, dagli spioncini delle porte, la stava guardando mentre si aggirava tutta sola con lo scialletto annodato sotto il mento e quel pacco di sale tra le mani.
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Chi sa cosa pensava di lei la gente chiusa nelle case, la gente che forse dalle fessure delle imposte, dagli spioncini delle porte, la stava guardando mentre si aggirava tutta sola con lo scialletto annodato sotto il mento e quel pacco di sale tra le mani.
p. 53
laquo;Non ho mai speso un soldo per avvocati: c’era Don Francesco che si occupava dei nostri interessi; ma ora, sarei dovuta andare a Cagliari a cercarmi un avvocato.»
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laquo;Sono al mondo da tanto tempo e la corda è consumata: un giorno o l’altro, il secchio cadrà nel pozzo!