Costumi
Milano, Mondadori, 1972
Paese d'ombre
Giuseppe Desś
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Le due pareti laterali si abbassavano rapidamente e dopo un poco la strada correva tra due muretti a secco.
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La gente fiuta l’imbroglio, forse allora temeva anche un qualche inganno stregonesco, e preferiva stare alla larga da quelle case, da quella chiesa, da quelle fontane di acqua freddissima.
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La casa di Don Francesco, insieme con quelle degli altri Fulgheri, era tra pochissime di Norbio fornite di servizi igienici, compresa la stanza da bagno, anche se, al posto della normale vasca, c’era una grande tinozza rotonda, di quelle che si usano in Parte d’Ispi per pigiare l’uva.
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laquo;Una pianta di elce» risposte Angelo, come se la cosa avesse importanza. Allora parlò lei, sommessamente, e per la prima volta gli rivelò che l’anima dei defunti, secondo un’antica credenza di Norbio, dopo aver vagato per la campagna come l’odore di un’erba o di un fiore, sceglie una tenera pianta, e vi si rifugia, e in quell’asilo vegetale rimane fino a quando non piaccia a Dio di accoglierla nella sua gloria.
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Lei mise la candela in mezzo alla tavola su di una pentola rovesciata, scodellò la minestra e tutti e due, dopo essersi segnati, si sedettero a mangiare la zuppa di formaggio e finocchi.