Costumi
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Marianna Sirca
Grazia Deledda
p. 824
Le donne s'erano tutte sedute sul pavimento, immobili, ieratiche, coi loro costumi di scarlatto: la benda ingiallita con lo zafferano circondava i loro volti con una aureola d'oro.
p. 874
In settembre ella andò alla festa di Nostra Signora del Miracolo, per riportare l'anello. Erano ospiti, lei e suo padre, di una ricca famiglia di proprietari di Bitti: e il figlio maggiore, ch'era ancora scapolo mentre tutti i suoi fratelli avevano già moglie e figli, stette, tutto il tempo che durò il pranzo della festa e poi mentre gli uomini cantavano e le donne ascoltavano, a guardare Marianna.
Milano, Feltrinelli, 1961
Il disertore
Giuseppe Desś
p. 251
Poi recitava le preghiere della notte, che erano preghiere tradizionali, ma erano anche un colloquio con se stessa.
p. 298
Ora nella strada c’era più gente. Tentava di calmare il cavallo, quando si trovò la strada sbarrata da una piccola folla che andava litaniando dietro al vice parroco e alla croce processionale. Per un attimo, Francesco tentò di frenare, mentre la folla fatta di persone pratiche e poco fiduciose, data una sbirciata al di sopra della spalla, come a un ordine si aprì e lasciò in mezzo alla strada solo il prete e il chierichetto. Alcuni si segnarono invocando, senza molta convinzione, Gesù e Maria.
Milano, Mondadori, 1972
Paese d'ombre
Giuseppe Desś
p. 8
Quasi ogni volta che il bambino andava da Don Francesco, Sofia mandava qualcosa: una primizia dell’orto o del frutteto, o un dolce, o una scodella di minestra calda fatta come piaceva al vecchio, o un tegame di migiurato o gioddu, una specie di yogurt molto in uso in Parte d’Ispi.