Geografia
Milano, Arnoldo Mondadori Editore
Canne al vento
Grazia Deledda
p. 471
Ecco, pensava guardando il profilo dell'Orthobene, lassù è una città di granito, con castelli forti silenziosi; perché non mi rifugio lassù solo, e non mi nutrisco di erbe, di carne rubata, libero come i banditi? Ma da un punto aperto della valle vide il Redentore sopra la roccia con la grande croce che pareva unisse il cielo azzurro alla terra grigia, e s'inginocchiò a testa bassa, vergognoso delle sue fantasticherie.
p. 472
Viveva con le poche lire guadagnate dalla senseria del vino acquistato per conto del Milese, ma non sapeva che avrebbe fatto poi: anche lui guardava lontano, dal finestrino della sua stanzetta sopra un cortiletto in pendìo in fondo al quale come da un buco si vedeva la grande vallata d'Isporosile con la cattedrale di Nuoro fra due ciglioni, in alto, sul cielo venato di rosa. Ma neppure a Nuoro si decideva ad andare: provava un senso di attesa, di qualche cosa che ancora doveva succedere, e intanto girovagava per il paese, si ubriacava di sole davanti alla porta della
chiesa.
p. 482
L'erba rimaneva lungo i muri delle case deserte. Un silenzio dolce profondo avvolgeva tutte le
cose; nuvole gialle si affacciavano stupite sul Monte umido, e dall'alto del paese, davanti al portone
delle dame, si vedeva la pianura coperta di giunchi dorati, e il fiume verde fra isole di sabbia
bianca.
p. 497
Passando davanti alla casa di don Predu chiamò Stefana e le disse ch'era costretto a partire per affari suoi e che non sapeva quando sarebbe tornato.
- Di' almeno dove vai.
- A Nuoro.
Per arrivare a Nuoro impiegò due giorni. Andava su, piano piano, a piccole tappe, buttandosi sull'orlo della strada quando era stanco. Chiudeva gli occhi, ma non dormiva: riaprendoli vedeva lo stradone giallognolo perdersi tra il verde e l'azzurro delle lontananze, su verso i monti del Nuorese, giù verso il mare della Baronia, e gli pareva di esser sempre vissuto così, sull'orlo d'una strada metà percorsa, metà da percorrere: laggiù in fondo, aveva lasciato il luogo del suo delitto, lassù, verso i monti, era il luogo della penitenza.
p. 497
Chiudeva gli occhi, ma non dormiva: riaprendoli vedeva lo stradone giallognolo perdersi tra il verde e l'azzurro delle lontananze, su verso i monti del Nuorese, giù verso il mare della Baronia, e gli pareva di esser sempre vissuto così, sull'orlo d'una strada metà percorsa, metà da percorrere: laggiù in fondo, aveva lasciato il luogo del suo delitto, lassù, verso imonti, era il luogo della penitenza.