Contatti con altri paesi
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Marianna Sirca
Grazia Deledda
p. 843
- Tu l'offendi! Tu! Che cosa sei andato a cercare in casa sua questa mattina a Nuoro, e che sei venuto a fare qui adesso? Perché non viene lui, il tuo compagno, invece di mandare te per suo messo? Ah, ha paura adesso, il valente uomo, ha paura... Non è più sola, la donna, perché egli possa avvicinarsi.
p. 853
Aveva deciso di ritornare quel giorno stesso a Nuoro; ma poco dopo mezzogiorno, mentre il cavallo già sellato aspettava pazientemente sotto la quercia della spianata, il tempo si fece ancora più minaccioso.
p. 853
Verso mezzogiorno il tempo s'era fatto grigio, quasi freddo. Marianna stava accanto al fuoco, come nella sua casa di Nuoro nei lunghi giorni d'inverno e d'attesa, e di nuovo le sembrava che tutto, la visita di Costantino, l'ambasciata di Simone, le grottesche minacce di Sebastiano, tutto fosse stato un sogno.
p. 867
Di là vide zio Berte montare a cavallo e avviarsi verso Nuoro: tutto intorno nella tanca era quieto; l'armento pascolava, le vacche grigie immobili fra l'erba, sullo sfondo azzurro fra un sovero e l'altro, sembravano di roccia: i fischi delle gazze che imitavano quelli dei merli correvano come fili d'argento nel silenzio del bosco, e il fumo saliva dritto dalla casa colonica spandendosi in alto simile ad un grande fiore d'avena.
p. 867
Verso sera, non vedendo tornare i padre che era andato a Nuoro in cerca del sacerdote guardò a lungo dalla porta, poi si avanzò verso il bosco, giù lungo il piccolo sentiero chiaro fra l'erba già scura.