Contatti con altri paesi
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Marianna Sirca
Grazia Deledda
p. 812
Il giorno dopo Natale, vedendo il tempo schiarirsi, zio Berte pensò che poteva lasciare la tanca per tornare a Nuoro e sapere che cosa desideravano da lui le donne.
p. 818
I battenti della finestra inzuppati d'umido erano aperti e dalle sbarre arrugginite dell'inferriata cadevano ancora grosse gocce d'acqua dense rossiccie come sangue. L'aria già primaverile penetrava nella casa, e sopra i tetti, dai quali erano scomparse le ultime stalattiti, s'affacciavano piccole nubi chiare su un cielo azzurro che pareva soffuso di meraviglia infantile. Sì, il sole esisteva ancora; e il mormorio lontano del torrente, nel silenzio del quieto mattino, diceva le cose dolci lontane, di erba, di querce bagnate che si scuotono come naufraghi venuti fuori dalla tempesta, dei primi agnellini nella tanca che suggono il latte materno guardando in alto con voluttà, dei cani allegri che abbaiano vedendo a sera scintillare un fuoco in lontananza nel crepuscolo azzurro ed è la luna di febbraio che cala fra i mandorli già fioriti della valle di Oliena.
p. 832
Marianna si sentiva come disfare nel silenzio, nei ricordi: aveva l'impressione che non sarebbe più tornata alla sua prigione di Nuoro: e questo, per il momento, le bastava.
p. 835
- Vengo da Nuoro. Ho per otto giorni il foglio di libertà perché ho servito da testimonio in un processo di gente del mio paese. Ebbene, sono venuto a cercarvi a Nuoro, ma la vostra serva mi disse che eravate qui.
- Tu sei venuto a cercarmi a Nuoro?
- Veramente... - disse Costantino imbarazzato, - cercavo Marianna.
p. 836
Così venne a Nuoro; al ritorno mi disse: "Costantino, ci sposiamo davvero; poi io mi costituisco in carcere e sconto quello che c'è da scontare". Fino qui sapete le cose; adesso vi dirò il resto. Egli diceva: "Bisogna cercare il prete che ci sposi, perché quelli di Nuoro non vogliono saperne".