Lingua
Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875
Violetta del Goceano. Romanzo contemporaneo
Marcello Cossu
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O che, e poi non fa mica mestieri a questi chiari, d'operare le prodezze dei Cavalieri erranti e di quelli della Tavola Rotonda, a far la conquista d'una novella amante!
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E giusto, io aveva bisogno d'un qualche bisogno specifico a rimettermi in calma; né in quel momento mi passò per nulla in pensiero la tanto decantata Revalenta Arabica, la quale vorrei, i miei lettori la lasciassero sempre solo ed esclusivo uso dei signori Gazzettieri e Giornalisti, che in lei trovarono un infallante tonico contro gl'iterati assalti del marasmo!
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E tracannai l' ultima stilla della deliziosa bevanda.
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Ciò fatto diedi uno sguardo al mio remontoir e mi accorsi esser passata la mezza delle sei, per cui mi feci tantosto dall'Ufficio della Messaggeria. Infatti io non aveva molto tempo da perdere. Per la mancanza di passeggieri si era presunta la partenza. Trovai l'Omnibus allestito, attaccati i cavalli, si aspettava la povera mia persona per tosto marciare. Onde, lì subito mi cacciai dentro rotonda, trascinandovi il mio invisibile Moltke, il quale doveva esser per tutta quella gita l'unico mio compagno da viaggio. Malgrado il sommo desiderio d'aver con chi ammazzare la noia, pure, lo credeste, fui contento della mia solitudine. In rotonda non v'era alcuno, nel cupes nemanco.
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Nè stette molto; chè il vetturino, tolte in mano le guide e distribuite gratuitamente ai cavalli una furia di scudisciate, il legno si mosse, partì a gran carriera, uscendo da Sassari verso la parte del Molino a vento.