Lingua
Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875
Violetta del Goceano. Romanzo contemporaneo
Marcello Cossu
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Era messa in toeletta da mattina, col torrione del suo chignon – inallora formidabili, - stupendamente pettinato, e pulita e fresca come una rosa baciata una o due volte dal sole.
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Ella mi ricevette con un sorrisetto tutto zucchero, al quale risposi col più profondo saluto del mio cappello Lobbia color marrone; e poi, vedendomi così, com'era in armi e bagaglio, pensandosi che per quella mane mi fossi proprosto fare qualche scorreria alle lepri e pernice, incominciò a scoccarmi una furia di felici auguri, già s'intende a pregiudizio di tante povere bestie, che secondo lei, dovevo uccidere.
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Del resto io aveva le mie buone ragioni a fare il riservato con la signorina, calcolando sull'imperio che la si aveva guadagnato sul mio cuore, a segno che io sarei stato infallantemente stornato dal gradire la partita, se campo le avessi concesso di combattermi.
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Perciò a non promulgarne lo strazio, e in cui poi ne avrebbe molto penato la mia ostinazione, premurosamente mi accomiatai da lei, lasciandola lagrimosa e triste come una Didone abbandonata.
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All'inaspettato annunzio ella imbuzzì, poi mi squadrò ben bene se per certo dicessi il vero.