Geografia
Cagliari, Centro di Studi Filologici Sardi / Cuec, 2007
La bella di Cabras
Enrico Costa
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L'immensa pianura muore là, sulla spiaggia, dove il Tirso, come biscia, dopo aver serpeggiato in sette spire, si tuffa nel gran bacino, formato da due branche di scorpione: dalle due punte, cioè, di San Marco e della Frasca. Al di là e al di qua pianure, sempre pianure. Ad oriente il Campidano di Simaxis, a settentrione quello Maggiore e quello Minore, a mezzogiorno quello d'Uras, a scirocco l'immenso campo di Sant'Anna, arginato dalla lunga catena dei monti Arci, che da Siapicia si estendono giù giù, fino a Siris.
p. 89
Quei ciuffi di palma che rompono di tanto in tanto la lunga linea della città [...] In quell'ora vi ha qualcosa che ride nell'aria: le beffarde cornacchie; [...] Su quelle superfici levigate qualche barca nera, piatta, senza vela né antenne, è tirata sulla spiaggia fra i giunchi e la mota, incastrata fra terra e mare. [...] L'immensa pianura muore là, sulla spiaggia, dove il Tirso, come biscia, dopo aver serpeggiato in sette spire, si tuffa nel gran bacino, formato da due branche di scorpione: dalle due punte, cioè, di San Marco e della Frasca.
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Gli abitanti della città di Oristano ascendono a poco più di settemila abitanti, cioè a dire, un numero minore di quelli d'Iglesias, di Tempio, d'Alghero e di Ozieri, e alquanto maggiore di Bosa e di Nuoro. Eppure la città è quattro o cinque volte più estesa di quante sono nell'isola, dopo Cagliari, e forse Sassari. I paesi di Quarto, Carloforte e Bonorva hanno qualche centinaio di abitanti in meno di quelli d'Oristano, eppure, presi insieme, non formano forse la sua estensione.
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L'antica capitale di Arborea ha cornacchie nere come l'occhio delle sue donne.
I terreni d'Oristano sono una vera terra promessa. In ogni tempo essi furono decantati celebri per la fertilità; p. 93
Milis vi reca i suoi aranci e i suoi limoni; Solarussa la sua vernaccia; Serramanna le sue angurie; Marceddì i suoi frutti di mare; Villacidro le sue ciriegie; Cabras le sue buttarghe e i suoi mugheddus; p. 93 l'Angius ci parla della fetidissima palude detta Cea Cuccu p. 99 INSERIRE TUTTI I NOMI DEGLI STAGNI? Don Antonio […] volentieri si era incaricato dell'amministrazione delle molte terre possedute dalla famiglia in Donigala, in Solanas, in Nuraxinieddu e in Simaxis. p. 107
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I terreni d'Oristano sono una vera terra promessa. In ogni tempo essi furono decantati celebri per la fertilità.