Costumi
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Colombi e sparvieri
Grazia Deledda
p. 337
L'uomo era felice, d'una felicità calma e serena. Vestito come un signorotto del medio evo, corpetto di velluto, sopragiacca ricamata, cintura con cartucciera, ghette e speroni, finché stava in sella o seduto su una scranna sembrava giovine e bello; ma appena si moveva l'incanto svaniva.
p. 362
S'udivano i gridi dei bimbi, le voci delle donne che si giuravano amicizia stringendo i nodi del comparatico di San Giovanni; ed egli si rivide ragazzetto, poscia adolescente: rivide le valli inondate dal chiarore azzurro della luna, i sentieri gialli attraverso il bosco nero dell'altipiano e le greggie vaganti e il mare lontano...
p. 363
- Mangiate, ziu Jò, io poi andrò a cogliere l'alloro e i fiori di San Giovanni ed a bagnarmi i piedi nella sorgente. Vi porterò un po' d'acqua: su, mangiate, ripasserò prima di andare al bosco; su, sorge la luna lucente e bella come un viso di sposa. Ecco la vostra zuppa.
p. 366
Su proposta di Lia un gruppo di esse partì per andare a bagnarsi i piedi alla sorgente ed a cogliere l'alloro e il timo sull'orlo della valle: altre si ritirarono; zia Giuseppa rimase sola sulla sua panchina, col recipiente del latte accanto e col pensiero di Jorgj in mente.
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Elias Portolu
Grazia Deledda
p. 34
Il sole cominciava a batter forte; e i rozzi cavalieri nuoresi cominciavano a bere, per «rinfrescare la gola», fermando di tratto in tratto i cavalli e arrovesciando il viso sotto le zucche incise dove tenevano il vino. Una grande allegria era in tutti. Alcuni spronavano ogni tanto i cavalli, slanciandosi ad un agile galoppo, poi ad una corsa sfrenata, arrovesciandosi un po' indietro, emettendo grida selvaggie di gioia.