Lingua
Lanusei, Tipografia Sociale, 1885
Ritedda di Baricau
Marcello Cossu
p. 112
Ed è da parecchie notti che egli invano si agita sopra la stojetta di giunco lunghesso il focolare, come costumano dormire i giovani dell'Ogliastra e della Barbagia.
p. 113
Ritedda intanto dormiva della pace degli angioli. Un sogno tutto d'oro le ricreava lo spirito: vedeva spiegarsi sotto i suoi piedi un emisfero di luce azzurrina e udiva una lontana armonia che la inebbriava..... Allorchè, nell'ampiezza di quell'azzurro, ecco le appare un punto nero, che man mano si avvicina, ingrossa, diventa gigante, mostruoso.
p. 114
Ormai la dormente prova sul petto un grave pondo, che la opprime e le paralizza tutte membra.
p. 117
Fuggì tutta la notte e tutto il giorno, Errà senza consiglio e senza guida, Non udendo o vedendo altro d'intorno, Che le lagrime sue, che le sue strida.
TASSO.
pp. 122-123
La tua nera capigliatura sconvolta dal turbine, stilla per lo spruzzo della pioggia.