Contatti con altri paesi
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Elias Portolu
Grazia Deledda
p. 110
Quella mattina, al solito, Mattia era andato a Nuoro; doveva ritornare verso il meriggio, e adesso il tiepido meriggio di marzo regnava sulla tanca.
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Marianna Sirca
Grazia Deledda
pp. 729-730
Montò dunque taciturna in groppa al cavallo di suo padre e appoggiò la mano alla cintura di lui, rispondendo con soli cenni del capo alla serva premurosa che le accomodava le sottane intorno alle gambe e le consigliava di non prendere aria alla notte.
- E non farla strapazzare, Berte Sirca!
Egli si mise un dito sulla bocca e spronò il cavallo; era di poche parole, anche lui, e con Marianna, del resto, non avevano molte cose da dirsi.
A misura che viaggiavano le additava solo questo e quel terreno, nominandone i proprietari; del resto lei conosceva i luoghi perché tutti gli anni a primavera, tranne gli ultimi in cui il prete era stato malato, andava con lui ed i parenti a passare giornate intere nella tanca popolata di gregge e di armenti e dove una casa colonica aveva sostituito la primitiva capanna dei pastori sardi.
Fin dal primo giorno, lassù, si sentì meglio: il luogo era elevato, al confine tra il territorio di Nuoro e quello di Orune; la selva fioriva e una serenità infinita pareva si stendesse su tutta la terra.
Al terzo giorno Marianna sembrava già un'altra; la persona sottile un po' curva s'era raddrizzata, il viso pallido alabastrino sotto le trecce larghe dei capelli neri lucidi aveva preso un colore opaco d'ambra e i grandi occhi placidi castanei riflettevano come quelli delle cerbiatte la luce verdognola del bosco.
p. 729
Marianna Sirca, dopo la morte di un suo ricco zio prete, del quale aveva ereditato il patrimonio, era andata a passare alcuni giorni in campagna, in una piccola casa colonica che possedeva nella Serra di Nuoro, in mezzo a boschi di soveri.
p. 730
Era sola e tranquilla; nulla le mancava; aveva intorno a sé il suo vasto patrimonio custodito da un servo fidato e d'animo semplice qual era suo padre; e laggiù a Nuoro la sua casa era anch'essa custodita dalla serva fedele che alla notte non dormiva per vegliare contro i ladri.
p. 737
- Un piccolo frate, così Dio mi aiuti! E come crede in Dio quello! Prega sempre e tiene un mucchio di reliquie sul petto. Vista la chiesa, di lontano, s'inginocchia, e il bello, fratelli cari, è che prega per me, non per lui! Eppoi è ricco, figlio unico: la madre è la donna più benestante di Ottana, e gli dà tutto quello che lui vuole. Ma egli vive come un povero, e digiuna fino a farsi venire la febbre.