Modi di dire
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Elias Portolu
Grazia Deledda
p. 106
- Di che hai paura, piccola lepre? - gridò il vecchio.
- Ho paura di trovarmi solo con Maddalena, - rispose Elias con gli occhi smarriti.
- Ah, Elias Portolu, tu mi fai ridere! Che animale sei tu? Sei una lepre? un gatto? una gallina? una lucertola?
- Uomo mortale sono!
p. 114
- Ah, la colomba! Lo dicevo io che non poteva farci il torto di rimaner sterile. Ah, il piccolo Portolu, il nuovo colombo, quando dunque lo vedremo?, - diceva ogni tanto.
p. 120
- Dunque, come si va, zio Portolu?
- Con due gambe come le galline, prete Porcheddu mio!
- E i figliuoli, i figliuoli, fanno da bravi? Son sempre colombi?
p. 120
- E fra poco avremo un altro colombo, non è vero? Eh, eh, San Francesco vi vuol bene, zio Portolu: tutte le grazie di Dio sono con voi. Ed ora ascoltatemi: cosa direste voi se vostro figlio Elias si facesse prete?
p. 134
Zia Annedda andò e prese con due dita un dolce di pasta di miele in forma d'uccellino, e chinandosi di nuovo sul nipotino glielo porse.
- Prendi; ecco l'uccellino; non addormentarti, sai.
Il bimbo prese il dolce svogliatamente, senza sollevar la testa dal petto del nonno, e accostò alle labbra il becco dell'uccellino, ma non lo mangiò.
- Hai sonno?, - chiese zio Portolu, guardandolo. - Non hai dormito, stanotte, uccellino mio? Su, scuotiti, ascolta che belle canzoni! Quando sarai grande anche tu canterai così. Ti porterò a cavallo alla tanca e canteremo assieme.