Colori
Cagliari, Centro di Studi Filologici Sardi / Cuec, 2007
La bella di Cabras
Enrico Costa
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Più d'uno in paese mormorava, dicendo che Rosa faceva troppo la signora, che aveva le mani troppo bianche, che si faceva troppo rispettare dal sole e cose simili.
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Lo stesso accadeva all'arrivo delle barche cariche di oixi, così chiamansi in paese certi pesciolini inargentati, che si pescano nello stagno.
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Rosa vestiva il costume di Cabras, che ben poco si discosta da quello usato in tutto il Cmapidano oristanese: la gonnella, il giubbetto rosso e il gran fazzoletto color marrone. La gonnella di fustagno è semplicissima, né ha nulla di particolare; è a righettine a due colori – azzurro carico e rosso mattone – le quali vengono ridotte a pieghe sottili, in modo da formare una specie di color cangiante, non troppo di buon gusto.
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Rosa aveva adorna la testa con un piccolo fazzoletto color albicocca, che dava molto risalto alla sua carnagione bianco-orientale, sulla quale, alla loro volta, spiccavano in modo singolare due occhioni neri a mandorla, nonché due labbra vermiglie e tumide che se la intendevano a meraviglia nell'esprimere il misterioso linguaggio dell'amore e della voluttà, forse inconsciamente. Ultimo indumento che completava il vestiario di Rosa – come quello di tutte le donne del Campidano – era un ampio fazzoletto a fondo color marrone con largo olro grigio e tempestato a ricami impressi a stampa.
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Il primo – vestito cogli abiti di festa – colla corta ed elegante giacchetta di panno e coi candidi calzoni di tela, spiccava fra i giovani per la perfezione delle forme, per l'aria nobile ed altera che lo rendeva caro alle donne, e per quell'occhio grande e azzurrino che brillava come un lampo sotto una capigliatura corvina, folta, ricciuta, che gli cadeva sulle spalle e sulle orecchie. Il secondo invece – Piringino – vestito tra il signore ed il paesano, coi pantaloni neri e un ampio cappello di feltro grigio, era in mezzo ad un crocchio di amici, col sogghigno sulle labbra.