Gente
Roma, Tip. G. Ciotola
L'eremita di Ripaglia ossia l'antipapa Amedeo VIII di Savoia
Stefano Sampol Gandolfo
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La popolazione, che nei primi mesi si recava curiosa alla loro Chiesa per contemplare le loro figure, oggi non si commuove più alla loro vista. Donde questo mutamento? Questa indifferenza notevole da che proviene? Gli Eremiti non sono sempre i medesimi sette?
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Ma questo sarebbe poco, se persone, che li hanno parecchie volte spiati, ed un domestico, che hanno bruscamente licenziato, non avessero veduto e saputo che essi hanno troppo frequenti ed intime relazioni con due signore, che da poco si sono stabilite a Tonone, che fanno frequenti viaggi, e che tengono lunghe conferenze col superiore dell’Eremo, il signor Duca.
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E piaccia sopratutto di vegliare alle frequenti visite, che fa al Romitaggio un giovinetto di tre o quattro lustri, che spesso pernotta nell’Eremo, e che già le male lingue sogliono chiamare quando lo veggono: il bastardo del Duca, e lo spurio dell’Eremita.
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Da qualche tempo, Santissimo Padre, correvano per la città voci di disordini e di licenze sul conto dei Cavalieri di S. Maurizio, dei così detti Eremiti di Ripaglia. E particolarmente sulla condotta del loro Capo, il già Duca Amedeo VIII di Savoia. Le credetti per qualche mese esagerazioni di parte, frutto di gelosia e d’invidia. […] Ma un memoriale recentemente pervenutomi, debitamente firmato da tre dei più distinti cittadini della città, uno dei quali sacerdote sotto ogni rapporto stimabilissimo, mi ha informato di tali enormezze.
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Noi non scriviamo senza uno scopo. E perché serve anzitutto alla perspicuità della nostra storia, e perché ne piace in secondo luogo di qui rispondere a un prosuntuoso ignorante, il quale ha osato scriverci appena pubblicammo codeste pagine: E perché, invece di usar così male la vostra velenosa penna, coll’Eremita di Ripaglia, non la adoperate a sfolgorare le lascivie e le sozzurre delle vostre dinastie cadute, del monacume e del prelatume vostro chiercuto?