Geografia
Cagliari, Centro di Studi Filologici Sardi / Cuec, 2007
La bella di Cabras
Enrico Costa
pp. 32-33
L'usanza di riscontra in tutta l'isola, anche nei paesi freddi e d'aria più salubre, come Osilo, Bono, Bitti, Fonni e Tempio.
pp. 32-33
Questo fazzoletto – certo il più grande fazzoletto del mondo – viene assicurato sulla testa e scende libero e svolazzante sulla persona, per una lunghezza di oltre un metro. Esso fa proprio l'ufficio degli scialli, e si mette solamente in testa quando si esce fuori di casa. A parer mio è l'indumento più antipatico e antiartistico che esista, con buona pace del padre Bresciani, il quale vuole riconoscere in esso il vero peplo ellenico, che richiama il peplo addobbate Achee. Le campidanesi, d'ordinario, camminano in fretta, leste leste, e non di rado l'aria sbatte in tutti i sensi i tre lembi del loro fazzoletto, mentre esse tengono con una mano il quarto per coprirsi il mento e la bocca. L'uso di coprirsi la bocca è veramente orientale, ma io credo esso debbasi piuttosto a naturale istinto, che a contratta abitudine. Vi ha chi disse che simile uso nelle campidanesi abbia intimo rapporto con qualche antica misura igienica per preservarsi dalla malaria; ma se questa ragione potrebbe esser valida per gli uomini, che sovrappongono al berretto un fazzoletto, non può esserla per le donne; inquantoché l'usanza si riscontra in tutta l'isola, anche nei paesi freddi e d'aria più salubre, come Osilo, Bono, Bitti, Fonni e Tempio. In quest'ultima città, per esempio, tanto in estate quanto in inverno, voi vedrete le donne coprirsi la bocca con un lembo della gonnella, che sogliono portare alla testa, altro indumento antipatico e antiartistico, che non favorisce certo la grazia e l'avvenenza delle amabili tempiese. Le quali, pertanto, trovano il mezzo, (con certe occhiate assassine e con certi ciuffetti, che cacciano fuori dalla gonnella) di attirare l'attenzione ed i sospiri del sesso forte.
p. 36
La vicinanza delle rovine dell'antica Tharros – che è una vera miniera per gli archeologi – ha dato una certa fama al paese e ai suoi abitanti.
p. 39
Vicino alla piccola finestra, nell'angolo, in modo che dalla strada possa vedersi, è il telaio, il mobile prediletto e più caro della casa, dinanzi al quale siede sempre qualche donna della famiglia. Si sa d'altronde che Cabras vantò in ogni tempo molte tessitrici e l'Angius col Valery, nel 1836, contarono nel paese non meno di 860 telai.
p. 39
Qua e là, sul pavimento, sono distese tre o quattro stuoie della fabbrica di S. Giusta, sulle quali d'ordinario i membri della famiglia siedono, o per filare, o per riscaldarsi al fuoco, o per mangiare. Qualche volta il solo capo di famiglia – il padrone – pranza alla piccola tavola (sa mesedda) e gli altri stanno sulle stuoie.