Colori
Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875
Violetta del Goceano. Romanzo contemporaneo
Marcello Cossu
pp. 162-163
Nel furore di quella battaglia caddi ferito, credetti morire e mi raccomandai a Dio. - Quando rinvenni era notte; al mio sguardo si svelava un quadro terribile.... << Al lume Delle stelle lampeggiano le sguainate Sciabole. Brillan di sanguigne tinte I purpurei pennacchi, erti ed immoti Come bosco di pioppe irrigidito. Del Re custodi e della legge, schiavi Sol del dover, usi obbedir tacendo E tacendo morir, terror dei rei, Modesti ignoti eroi, vittime oscure E grandi, anime salde in salde membra Mostran nei volti austeri, nei securì Occhi, nei larghi lacerati petti Fiera, indomita la virtù latina... >> Era il campo di battaglia.
p. 175
Simile a sposa novella, procinta la fonte di rose e ammantata di bianco era accorsa a rendere alla comun Madre il bacio della pace.
pp. 179-180
Aveva racchiuso una serie di monticelli e poggetti coltivati a vite e disposti in modo da formare nn cupo valloncello, rivestito da frutteti e ulivi dal pacifero verde, e irrigato da un tortuoso ruscello spesso scorrente, spesso rompentesi fra scogli e sassi destando un dolce mormorio. In luogo cospicuo era costrutta la casetta, con attorno giovani alberi di cipresso, e prospettava in un vaghissimo giardino con delle aiuolette, rosai e cespi, bella cosa a vedere.
p. 184
Il suo viso si copriva di rossore.
pp. 198-199
Io, infelice, giacchè è destino che sui verd'anni tocchi il fondo della sventura.