Colori
Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875
Violetta del Goceano. Romanzo contemporaneo
Marcello Cossu
p. 145
Avea la fronte ampia, limpida, orna d'un visibilio di capelli biondissimi, gli occhi grandi, azzurri, sereni come il cielo di maggio.
p. 146
Ella faceva ogni tratto udire scoppietti di risa giocondissime, ponendo in mostra i suoi dentini a filze di perle, e dilatando i suoi occhi turchini, gonfi d'ilarità.
pp. 147-148
Sta volta don Barrile comprese l'allusione poiché vidilo far cenno alla nipote, che fu propria levarsi, ricevere gli ordini, uscire, rientrando poco dopo con in mano un gabaret di bicchieri colmi d'un liquore dal color dell'ambra e dall'effluvio dell'ambrosia. Noi bevemmo alla salute del padrone – all'amicizia e l'amore!.... Indi facemmo i meritati elogi al nettare, che veramente era degno degli Dei, e ad ora convenevole uscimmo.
p. 150
I raggi della vaga Cinzia divenivano più languidi, il suo disco si fece cinereo, ferale, finchè spari affatto. Qual purezza d'aere! qual limpido orizzonte! - sembrava l'oceano nella sua calma e maestà. Ma quel lembo di cielo poco dopo s'ammantò a porpora, s'elevarono dal suo grembo nubi graziosissime, ch'erravano nell'ampia distesa variopinte, simili ad aiuolette di fiori, mentre appariva il sole, gaio e ridente.
p. 159
Ella era un fiore di bellezza, che olezzava appena del verginal profumo; non sapea ancora che si fosse la vita, s'era or ora svegliata dall'infanzia e dilatava con voluttà la celeste pupilla a bere il primo nembo dell'amore.