Gente
Roma, Maglione e Strini, 1923
La razza. Frammento di recentissima storia
Romolo Riccardo Lecis
p. 156
E la "severa isola dei nuraghe" così gravida d’eroismo, rimaneva intanto raccolta e silenziosa nella gloria alta solitaria e incompresa del suo immane sagrifizio di sangue&helli
p. 167
Tutti gli ufficiali ammirano il valore e l’abnegazione del soldato sardo; io faccio del mio possibile perché questa stima si accresca sempre più.
pp. 190-191
"Ecco" si disse "perché bisogna affermare che pur nell’amore questo nostro popolo ha un’anima diversa da ogni altro popolo. V’è nel suo sentimento erotico un carattere di forza singolare che muove impetuosamente il sangue".
L’uomo sardo, infatti, ama veramente una volta sola: la prima volta.
Allora ama con la tenacia di colui ch’è risoluto a morire quando gli venga negato l’ultimo sorso di vita. L’intensità dell’affetto spesso è tale che basta a spezzargli i battiti del cuore come si spezzano le corde di una lira e la corda di un arco troppo tese.
Quando ama diviene signore galante, diviene cavaliere. Fa le sue splendide mostre d’eleganza, di fierezza, di cortesia e di bravura come il campione di una giostra sotto gli occhi di mille spettatori e di mille giudici. E trionfa: nell’amore come nella vita.
Perciò tutti i suoi canti sono squarci vivi di passione. Sotto ogni senso appaiono circonfusi di fiamma.
p. 194
Da questi accenti della più vibrante e irresistibile passione che si mostra intera attraverso parole che non conoscono fronzoli d’arte, ricche non pur di calore ma di fuoco, appare rivelata la natura affettivo-volitiva dell’anima sarda. Nei versi guizzano lampi vivi.
p. 244
In un brindisi Ersini aveva detto, senza peraltro rivelare la propria qualità di indigeno: "Io brindo al valore del soldato sardo che difende accanitamente il fronte esterno!".