Colori
Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875
Violetta del Goceano. Romanzo contemporaneo
Marcello Cossu
p. 134
Avea il volto disegnato a tratti maestosi, sormontato dal volume copioso di nerissima chioma, spesso suffusa da un'arcana rugiada, che l'ammolliva, la profumava deliziosamente. - Gli occhi avea grandi, vividi, bruni bruni, e saettavano sguardi fulgidissimi, che t'appalesavano un'anima gagliarda, un cuore rigoglioso, una natura in combustione latente.
p. 135
Ella solea abbigliarsi d'una lunga vesta di mussola bianca, guernita da passamani in seta color viola e sostenuta da una fasciacca di taffetà azzurro, che rendeva più flessibile, più elegante quel cinto, artisticamente modellato.
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Eppoi Giuliano era un giovine assai bello, e vestiva elegante. Il suo viso florido, roseo, ridente come la gioia dell'amore era delineato con grazia singolare, una folta capellatuara bionda, ricciuta – un paio di occhi cilestri teneri, dolci come una carezza, e due baffetti d'oro, l'aggiungevano beltà e sentimento. Era d'alta taglia, flessibile, gentile – avea le mani rosee, vellutate, egli non era indegno di esser chiamato figlio d'Albione.
p. 142
Smorì il vermiglio delle nostre guancie quasi rose saettate dal cocente sole.
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In cui riggiri come verme sul fango l'essenza vitale che si chiama anima. - Il suo viso era grotesco, bitorzoluto, ove campeggiava il naso grossissimo a ballotta fatto fogna dalle iterate aspirazioni del tabacco – la bocca, larghissima, cavernosa, col labbro inferiore pendente come quello asino - gli occhi, sgranati di color fulvo, che schizzavano dalle orbite tinte pavonazzo - segno del vizio.