Costumi
Milano, Arnoldo Mondadori Editore
Canne al vento
Grazia Deledda
p. 429
Efix si fermò un momento in mezzo a un gruppo di paesani del Nuorese: le donne sedevano in fila davanti alle capanne, aspettando l'ora della messa cantata, e i loro corsetti di scarlatto davano un tono rosso all'ombra del muro.
p. 472
Giacinto guardava le donne che andavano a messa, composte, rigide, coi visi quadrati, pallidi nella cornice dei capelli lucenti come raso nero, i malleoli nudi di cerbiatta, le belle scarpette fiorite: sedute sul pavimento della chiesa, coi corsetti rossi, quasi del tutto coperte dai fazzoletti ricamati, davano l'idea di un campo di fiori. E tutta la chiesa era piena di nastri e di idoli; santi piccoli e neri con gli occhi di perla, santi grossi e deformi, più mostri che idoli.
p. 515
Alcune erano alte, sottili, fasciate di orbace, coi grembiali ricamati di geroglifici gialli e verdi e i cappucci di scarlatto, e pareva venissero di lontano, dall'antico Egitto: altre avevano i fianchi potenti, il viso largo con due pomi maturati per guancie, la bocca carnosa, ardente e umida come l'orlo d'un vaso di miele.
p. 517
I colori vivi dei costumi paesani, il rosso di scarlatto, il giallo delle bende, il cremisi ardente dei grembiali, brillavano come macchie di fiori tra il verde dei lentischi e l'avorio delle stoppie.
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1945
Cenere
Grazia Deledda
p. 3
Dalla cuffietta rossa, legata sotto il mento sporgente, uscivano due bende di lucidi capelli neri attortigliati intorno alle orecchie: questa acconciatura ed il costume pittoresco, dalla sottana rossa e il corsettino di broccato che sosteneva il seno con due punte ricurve, davano alla fanciulla una grazia orientale.