Storia
Milano, Mondadori, 1972
Paese d'ombre
Giuseppe Dessì
p. 276
Ma era sempre meglio di quando il marchese Crespi Biondo di Valdaura prendeva le sue decisioni senza consultarsi e l’illustre Donna Faustina convocava nella piazza grande «in numero di 278» i capi famiglia per dare istruzioni circa il modo di coltivare le terre, e graziosamente concedeva che in esse coltivassero «fave e legumi, non il frumento, nec alias». Quando i prinzipales se ne furono andati, l’avvocato chiamò il giovane Antioco e gli spiego perché non gli conveniva essere eletto sindaco; gli disse anche che, in giornata, avrebbe dovuto parlare con Angelo Uras.
p. 276
Ma era sempre meglio di quando il marchese Crespi Biondo di Valdaura prendeva le sue decisioni senza consultarsi e l’illustre Donna Faustina convocava nella piazza grande «in numero di 278» i capi famiglia per dare istruzioni circa il modo di coltivare le terre, e graziosamente concedeva che in esse coltivassero «fave e legumi, non il frumento, nec alias»Quando i prinzipales se ne furono andati, l’avvocato chiamò il giovane Antioco e gli spiego perché non gli conveniva essere eletto sindaco; gli disse anche che, in giornata, avrebbe dovuto parlare con Angelo Uras.
p. 278
ldquo;Attraverso la figura del vignaiolo e dei prinzipales della cittadina francese, capì tante cose che né Cantù né Guicciardini avevano saputo insegnargli.
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Attraverso la figura del vignaiolo e dei prinzipales della cittadina francese, capì tante cose che né Cantù né Guicciardini avevano saputo insegnargli.
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Fu fortunato, perché gli capitò tra le mani Eugenia Grandet. […] Attraverso la figura del vignaiolo e dei prinzipales della cittadina francese, capì tante cose che né Cantù né Guicciardini avevano saputo insegnargli. Trovò nelle profondità polverose dei vecchi scaffali altri volumi della commedia umana, trovò I Miserabili e li divorò in una settimana, chiuso nello studio al lume della lucerna, come uno scolaro.