HOME
 
CHI SIAMO
 
PUBBLICAZIONI
 
AUTORI
 
PERIODICI
 
DIDATTICA
 
LESSICO
 
BIBLIOGRAFIA
 
RECENSIONI
 
EVENTI
 
CREDITS
Vai all'indice di questa sezione

Ricerca avanzata

TEMI

arte aspirazioni colori contatti con altri paesi costumi emigrazione flora e fauna gente geografia giornalismo istruzione italia ed europa leggende limiti lingua modi di dire nazioni extraeuropee religiosità riferimenti letterari storia

Geografia

Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875

Violetta del Goceano. Romanzo contemporaneo

Marcello Cossu

p. 115
Primeggiava fra tutti, Bono per la sua grandezza e ricchezza di pascoli e di bestiame; esso mi rammentò l'illustre nostro concittadino Giammaria Angioi che vi sortì i natali, il quale fu il primo a scagliar la pietra contro il feudalesimo, barbaro dominio che soggiogava tuttavia l'Isola colla più abbietta schiavitù. Ma egli fu vittima della tremenda ira feudale, fu bandito dalla patria, e gli toccò morire in terra straniera!... Mi rammentò un mio compatriota, l'esimio sacerdote Francesco Murroni, Parroco di Semestene; il quale, odioso anch'egli della tirannide, dotato di nobili sentimenti e di generoso ardire, avea preso ardente parte in quei moti liberali; ed egli pur si ebbe la stessa sorte toccata agli altri; fu catturato e chiuso infamemente nelle carceri di Sassari, ove morì pochi anni appresso!... Anche Bono con a capo il dottor Salvatore Frassu – altro illustre suo cittadino – come la maggior parte dei villaggi settentrionali, prese viva parte a quell'unanime grido di redenzione.

aspirazioni, flora e fauna, geografia, italia ed europa, storia

pp. 115-116
Per cui partì da Cagliari il 20 giugno 1796 una Commissione Regia composta dei cavalieri Musso, Guiso, Delirio e Pintor-Sirugu ossia Pintoreddu. Arrivano in Bono il 20 luglio; piantarono 2 cannoni in S. Raimondo, i Bonesi fuggirono nella montagna di Suruddò tutti armati e facendo fuoco alla truppa. Si diede intanto il sacco al villaggio, uccidendo porci e bestiame: incendiando le case dei capi di Bonifacio Cocco, di Costantino Angioi, dei fratelli Rabatta e di Giovanni Antonio Manconi. Le truppe trovarono provvista di pane, carne e vino in molte case, si diedero a mangiare e bevere tanto che i soldati di Schmit restarono ubriachi, e cadevano per le strade. I Bonesi intanto erano all'erta, scesero dal monte, e s'impossessarono dei cannoni che portarono in trionfo dentro il villaggio. La Commissione partì per Ozieri, e l'affare fu ultimato con un'amnistia, e furono pure restituiti i vasi sacri che nel saccheggio furono tolti dalla chiesa.

arte, contatti con altri paesi, flora e fauna, geografia, italia ed europa, lingua, religiosità, storia

pp. 116-117
Gli altri villaggi della ricca valle sono paesucci che gemono nella miseria; privi di convenienti comunicazioni, che mettano nei principali centri inciviliti dell'Isola, non fruiscono del progresso ognora crescente; mancano d'attività, perchè mancano del commercio; son poveri oscuri, perchè le loro braccia non bastano a ben coltivare quelle care campagne, che pur sorridono loro intorno! Un tempo però quell'incantevole contrada doveva essere animata da alacri e numerose popolazioni educate all'industria, incallite nel lavoro, donde gli antichi dominatori avranno ricavato ricchezze immense. In quei pressi si riscontrano vestigi d'una remote prosperità. Ora quasi tutta la vasta regione giace incolta, muta; appena la terza parte è solcata dal modesto vomere dell'agricoltore, il rimanente è abbandonata al vandalismo della pastorizia.

geografia, limiti

p. 117
Ammiravo colli e colline, e monti dalle forme fantastiche e gigantesche con le lor vette simili a obelischi, che si predevano fra le nubi: erano rivestiti da secolari querce a da elci, che formavano cupe foreste piene di mistero allo interno e di grazia bizzarra allo esteriore, ammiravo profonde valli, vaste pianure spesso irrigate da torrentelli dalle onde d'argento; e campi erbosi ove pascolavano armenti di pecore e di vacche, accanto alle torreggianti capanelle, e fra il belare degli agnellini e il ruzzare dei torelli.

colori, flora e fauna, geografia

pp. 118-119
Questo Castello, scrive egli, inaccessibile dalla parte di ponente e di tramontana, conserva tuttora le tracccie di tre cinte. I suoi muri sono formati di solida costruzione con pezzi di granito e di mattoni disposti qualche volta orizzontalmente come nelle costruzioni romane; essi poi sono rivestiti, d'un intonaco che forma un cemento molto solido. Verso il sud la muraglia ha due ranghi di finestre tre per piano; qualcheduna di queste aperture sembra di esser stata adottata, dopo la primiera costruzione, per uso di cannoniera. Le muraglie verso levante, che sono d'un sol piano, hanno similmente tre finestre. In mezzo del gran cortile si eleva una gran torre quadrata intieramente con mattoni e cemento tenacissimo, rivestita esteriormente di pietre, cantone rosso, che consiste in un argilofiro trachitico tirato dai dintorni. Sopra questa torre si vede uno stemma, che io non ho potuto distinguere, ma dev'essere quel del Giudice del Logudoro che lo fece costrurre. Avvi pure nel castello un cisternone, che dagli abitanti dicesi d'essere un carcere.

arte, colori, geografia, lingua

Indietro...... 41 . 42 . 43 . 44 . 45 . 46 . 47 . 48 . 49 . 50 ......Avanti
 
Centro di Studi Filologici Sardi - via dei Genovesi, 114 09124 Cagliari - P.IVA 01850960905
credits | Informativa sulla privacy |