Contatti con altri paesi
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Colombi e sparvieri
Grazia Deledda
p. 178
- È una voce grossa, ma non come quella di vossignoria. Il Commissario poi è cavaliere, viene da Nuoro e, dicono, ha molti denari. E dicono che qui ci starà sei mesi e che si mangerà quattrocento scudi del Comune.
p. 185
Il vescovo, il prefetto della provincia ed altre autorità accompagnate da un numeroso seguito di borghesi e di paesani, di donne e di fanciulli, cavalcavano attraverso l'altipiano che divide il villaggio di Tibi dal villaggio di Oronou.
p. 187
Finalmente arrivammo alla chiesetta della Madonna del Buon Consiglio che sorge a metà strada fra il paese di Oronou e quello di Tibi. Da quest'ultimo paese erano convenute molte famiglie imparentate con quelle di Oronou, per prender parte alla pace.
p. 190
Un giorno io ritornavo dall'attingere acqua quando vidi mio padre e un contadino di Nuoro salire la scalinata della piazza.
p. 191
- Sant'uomo,- diceva il contadino, - io ho bisogno di denari non di chiacchiere: non me ne andrò di qui, oggi, senza i denari, perché domani mi scade una cambiale e se chi mi deve non mi paga sarò costretto a vendere il mio cavallo. Il mio cavallo! Lo stesso che l'anno scorso mi ha fatto vincere il premio di dodici scudi e due palmi di broccato alle corse per le feste del Salvatore. E perché me li fate perdere quest'anno, questi dodici scudi, veri come i dodici apostoli? Solo il mio cavallo può vincer la corsa, che i vermi vi rodan le orecchie. [...] Ma il contadino insisteva, ripetendo la storia del suo cavallo fino a suggestionarmi. [...] Mi pareva di vedere nello stradone di Nuoro la corsa dei berberi. Cavalli neri e bianchi, puledri bai e cavalle pezzate correvano giù, fra la polvere dorata dal sole; correvano così rapidi che si distingueva appena il loro colore; e i fantini, tutti ragazzetti come me, piegati sul collo delle bestie, scalzi, a testa nuda, cavalcavano senza sella fermi e sicuri come piccoli centauri.