Modi di dire
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Colombi e sparvieri
Grazia Deledda
p. 153
- Questo non mi avrebbe trattenuto, figlio caro. Ma ho avuto anche altri impicci: sto accomodando la casa perché devo alloggiare il Commissario regio. Tu sai che hanno sciolto il Consiglio comunale, perché c'era chi mangiava a due palmenti, figliuolo mio, e siccome anche gli altri volevano mangiare ne nasceva questo: che tutti si azzuffavano come i cani davanti all'osso...
p. 155
Io farò per te quello che una madre potrebbe fare per il suo figlio: io cercherò l'avvocato, andrò a Nuoro io stessa in persona... Ma tu non stare così, come la lucertola sotto la pietra. Un uomo deve sempre difendere il suo onore...»
p. 157
- Ho veduto i vecchi in piazza; essi tornano a uscire come le lucertole al sole; poi ho incontrata zia Giuseppa Fiore, che saliva di quaggiù.
p. 174
Essi lo odiavano perché ai suoi tempi egli li aveva chiamati poltroni e superstiziosi, e adesso, se tentavano di entrare nella sua stamberga per curiosare, li cacciava via come cani.
p. 191
Una donna che tornava dalla fontana mi disse: - Ohi, ohi, matrigna tua sembra una biscia calpestata: va, va, che t'aspetta!