Gente
Milano, Mondadori, 1972
Paese d'ombre
Giuseppe Dessì
p. 304
Tra i «signori», Angelo e Francesco erano le persone che stimava di più; eppure la condizione dei minatori del Sulcis li lasciava indifferenti ed era chiaro che lo sciopero, per quanto causato da ragioni valide ed evidenti, non aveva la loro approvazione.
p. 304
Tra i «signori», Angelo e Francesco erano le persone che stimava di più; eppure la condizione dei minatori del Sulcis li lasciava indifferenti ed era chiaro che lo sciopero, per quanto causato da ragioni valide ed evidenti, non aveva la loro approvazione.
p. 311
Per quella furberia maligna che lo induceva sempre a confondere le acque, Giorgiades aveva fatto venire dalla vicina Nébida un certo numero di manovali, gente affamata e pronta a qualsiasi lavoro pur di guadagnare qualche lira.
p. 311
Per quella furberia maligna che lo induceva sempre a confondere le acque, Giorgiades aveva fatto venire dalla vicina Nébida un certo numero di manovali, gente affamata e pronta a qualsiasi lavoro pur di guadagnare qualche lira. […] Era gente raccogliticcia, incapace di far bene la cosa più semplice, ma pronti a far di tutto, anche a mettersi dalla parte del padrone.
p. 323
Tra il fogliame s’intravedevano le locomotive e i piroscafi neri e rossi attraccati nella darsena accanto alle imbarcazioni a vela dalla poppa rotonda, quasi appoggiata alla banchina sulla quale si affaccendavano i facchini. […] La via Roma era stipata di gente che non si capiva bene dove andasse, cosa facesse in quell’ora afosa, mentre il sole, nascosto dietro cumuli di nuvole, le accendeva di giallo, rosso, arancione, verde, turchino.