Modi di dire
Milano, Arnoldo Mondadori Editore
Canne al vento
Grazia Deledda
p. 438
Una furia, zia Noemi! Aveva gli occhi come un gatto arrabbiato. Non la credevo così collerica.
p. 450
Nel cortiletto fu tutto un subbuglio; le colombe volarono sul tetto, i gatti s'arrampicarono sui muri; solo la donna taceva per non far accorrere gente, ma si curvò per sfuggire ai colpi e si difese col fuso, balzando, indietreggiando, e quando fu dentro la cucina si volse verso l'angolo dietro la porta, afferrò con tutte e due le mani un palo di ferro e si drizzò, ferma contro la parete, terribile come una Nemesi con la clava.
p. 457
Le susine nere! - disse una serva golosa. - Natòlia, corfu 'e mazza a conca, se le ha mangiate tutte di nascosto.
p. 457
- Grixenda non ti ha baciato abbastanza? Corfu 'e mazza a conca, - disse il Milese ripetendo l'imprecazione della serva golosa.
p. 478
- Le mie padrone non hanno più confidenza in me e non mi dicono più tutti i loro affari. È giusto. A che dirmeli? Io sono il servo.
- Corfu 'e mazza a conca , pagarti però non ti pagano! Di quest'affare almeno dovrebbero intrattenerti. Quanto ti devono?
- Non parliamone, don Predu mio! Non mi mortifichi.