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Religiosità

Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1945

Cenere

Grazia Deledda

p. 83
- Cattivo figliuolo, tu non credi più in Dio!
 - Col cuore, sì! Queste parole consolarono alquanto la buona donna che gli narrò l'episodio biblico di Eli; dopo gli chiese: - Dove dunque sei stato?
Egli ricominciò a narrare: il gattino gli si era arrampicato sulle spalle e gli leccava le orecchie, dandogli un solletico strano che lo faceva, egli non sapeva perché, pensare a Margherita.

flora e fauna, religiosità

p. 124
E come in quelle abitazioni, Maria Obinu aveva appeso lungo le pareti grigie della sua camera una fila di quadretti e di immagini sacre; tre ceri, poi, e tre crocefissi, un ramo d'olivo e un rosario che pareva di confetti, pendevano in capo al letto; in un angolo ardeva una lampadina davanti ad una immagine dove le Sante Anime del Purgatorio, tinte di livido da un lapis turchino, pregavano tra fiamme insanguinate da un lapis rosso.
Anania prese possesso della camera, e ben presto fu riassalito dai suoi dubbi.

colori, religiosità

p. 127
Questa Miss rassomiglia a te in modo straordinario; ti scongiuro però di non esser gelosa: [...] perché io sono sotto la salvaguardia di tutte le sante ed i santi del cielo appesi alle pareti della mia camera, nonché delle Anime Sante del Purgatorio illuminate giorno e notte da una mariposa.

flora e fauna, lingua, religiosità

p. 131
- Ah, vivono ancora i baroni di Baronia? Io ho sentito narrare che nel loro castello s'aggirano i fantasmi. Una volta un taglialegna passò la notte sotto le mura del castello e vide una dama con una lunga coda d'oro che pareva una cometa. Oh, Nostra Signora mia del Buon Consiglio, tu mi rovini... bada che ti farà male tutto questo caffè!

geografia, leggende, religiosità

p. 132
- Una volta - ricominciava zia Varvara, - io andai a cogliere spighe intorno ad un nuraghe; mi ricordo come fosse oggi. Avevo la febbre, e verso sera dovetti coricarmi fra le stoppie, aspettando che passasse qualche carro che mi conducesse in paese. Ed ecco cosa vedo. Il cielo, dietro il nuraghe, era tutto color di fuoco: pareva un drappo di scarlatto; ad un tratto un gigante sorse sul patiu e cominciò a cacciar fumo dalla bocca. In breve tutto il cielo si oscurò. Che paura, Nostra Signora mia del Buon Consiglio! Ma ad un tratto vidi San Giorgio con in testa la luna piena, ed in mano una leppa lucente come l'acqua. Tiffeti, taffati! - concluse la vecchia, roteando un coltello da cucina, - San Giorgio tagliò la testa al gigante, e il cielo ritornò sereno.

flora e fauna, leggende, lingua, religiosità

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