Modi di dire
Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875
Violetta del Goceano. Romanzo contemporaneo
Marcello Cossu
p. 259
Ma ove son le tombe? Chiedeva io all'amico. >> << Eccole rispondeva Riccardo. >> << Vedi tu quei pilieri? - orbene, al disotto riposano i nostri defunti.... La carità del beccamorto ammucchio quelle pietre, acciò il cadavere squarciandosi non venisse su in frantumi!>> << Orrore! - Come si sentirà straziato il cuore d'una madre nell'abbandonar là il suo pargoletto? - ove non gli potrà coltivare una viola dal mesto pensiero.... E l'orfanella, ove si poserà a piangere i suoi genitori? - Ove collocherà la sua mesta ghirlanda? In un angolo sorgeva una cappella, pericolante, senza tetto. Era l'ossario! - Si vedevano là stinchi e fomeri alla rinfusa, e due serre di teschi a destra e a mancina. - Quei teschi sorridevano... L'uomo nasce ne pianto, vive nel pianto, muore nel pianto... finalmente sorride! - Sorride di sé stesso, polvere ed ombra.
p. 265
La morta non era Violetta sì bene Isabellina! - quel simpatico fiore non anco sbucciato... quella celeste creatura che io amava teneramente.
Milano, Arnoldo Mondadori Editore
Canne al vento
Grazia Deledda
p. 405
- E don Zame, missignoria? Era l'anima della festa. Gridava, spesso, sembrava la burrasca, ma in fondo era buono. L'arcobaleno c'è sempre, dietro la tempesta. Ah, sì, proprio in questi giorni, quando sto seduta giù a filare, mi sembra di sentire un passo di cavallo... Eccolo, è lui che va alla festa, sul suo cavallo nero, con le bisaccie piene...
p. 414
- Corfu 'e mazza a conca! E allora datemi la chiave. Vado e frugo, in casa vostra, eppoi scappo nelle grandi città!
p. 427
Grixenda corse lei a chiamare il servo, gli si fregò addosso come una gattina, gli diede da baciare il bambino.