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Italia ed Europa

Roma, Maglione e Strini, 1923

La razza. Frammento di recentissima storia

Romolo Riccardo Lecis

p. 73
Nella notte sul 18 aprile del 1916 e nel corso dello stesso giorno accadeva in quella particolare zona del Trentino in cui era dislocato il battaglione X al comando di Ruggero Ersini, qualche cosa ch’era destinata ad avere una ripercussione dolorosa nella vita di più d’una persona. È ciò che presto si rileverà.
Diciamo subito che, lasciata per incidenza la brigata Sassari, il maggiore Ersini era passato dall’inferno del Carso al Trentino appena da un mese, e che il battaglione ai suoi ordini rimaneva, dai primissimi di quell’aprile, in un tratto di zona che volentieri i soldati chiamavano il "terzo passo della morte".

italia ed europa, storia

p. 78
Tutto questo – il tradimento inatteso, l’attacco del nemico fortunatamente non riuscito, lo scompiglio della linea e attraverso mille peripezie la sua risistemazione, infine l’ordine dell’esecuzione e la fucilazione, per la quale Ruggero Ersini prendeva su di sé coraggiosamente ogni responsabilità materiale e morale – nel rapido giro di otto ore durante la mattinata del 18 aprile.

italia ed europa, storia

p. 80
Chiamò da una buca che stava lì presso l’attendente: da un anno questo soldato, bravo montanaro di Calabria, gli era stato sempre fedelmente accosto. Il soldato venne; seguì il comandante sotto la tenda. Aveva nella faccia abbronzata una maschia impronta e un’espressione di bontà che avrebbe intenerito il cuore di un padre, in tutto l’atteggiamento l’ossequio disciplinare.

gente, italia ed europa

p. 82
Scrisse rapidamente poche parole su di un foglio ed uscì, lasciando sui trampoli il soldato Bergamotti, montanaro calabrese che era capace ad un’ora di intontire e ad un’altra ora di trovare, frugando tra le risorse del suo ingegno, l’accortezza del segugio.

gente, italia ed europa

pp. 88-89
Si ricordò – strano richiamo della mente concitata – di avere soggiornato una volta, visitando paesi dell’alpe, in una casa campestre, presso umile gente della gleba: d’autunno. Gli avevano lasciata a disposizione l’intera casa, quei contadini, per tutta una sera; e mentre loro lontano frugavano la terra e cercavano il bestiame, egli era rimasto solo a meditare, con un libro dinanzi, in una bianca stanza povera d’arredi e piena di tanta pace… […]
Quanta pace! E che immensità fonda per la campagna muta, su su fino ai torrioni erti spaventosi delle Alpi! E il colore dei boschi, delle selve e dei prati è tutt’uno: giallo morente. È l’autunno incipiente, ma cadono le foglie e par che cadano le speranze passate. Tutti i sentieri si ricoprono di foglie flaccide...

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