Colori
Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875
Violetta del Goceano. Romanzo contemporaneo
Marcello Cossu
p. 30
Ecco là l'Albergo degli Amici – ecco qua i nostri cavalli. Questo grigio stellato farà per te; non è leggiero come saoro inglese, né feroce come un arabo morato, però t'assicuro, è un assai brioso animale. Dio liberi! - non fa per me; non ci ho saputo mai ben tenere a cavallo; piuttosto, se permetti, io monterò questo vecchio baio che mi ha tutta l'aria del cavallo dell'Apocalisse.
p. 31
Ci fu servito dell'eccellente brodo e del lesso da manzo – del pollo in tegame – dell'arrosto d'agnello e d'altri cibi gustosissimi ed identici; del burro e dei latticini abbondantemente – delle uve, delle pesche, senza badare al vino che era generoso, e al pane che era fresco e bianco.
pp. 33-34
Orsù, buon Paolo, proseguiva poi accarezzando il giovine, che alla sorpresa del parente si era fatto rosso fino al bianco degli occhi, non prenderti a male se io faccio a parte dei tuoi amori questo fratello.
p. 34
Egli era un giovine sui vent'ott'anni: d'alta taglia – di bruna carnagione, però vigorosa, aitante; aveva una fitta barba nera nera, che in un ai capelli, gl'incorniciavano vagamente il viso, dandogli un espressione di grata fierezza; la sua fronte era vasta, solcata da due rughe orizzontali, derivate dalla meditazione - fors'anco, dalla malanconia; gli occhi aveva grandi, d'un dolcissimo colore castano.
p. 42
O, vedete – ecco un martire della nostra terra – un povero giovine cui fu forza a tutto rinunziare – alla carriera degli studi, chi sa per lui brillante, ad un avvenire, forse per lui dorato; e ciò per accorrere in aiuto della comun madre, Italia – per versare per Lei tutto il suo sangue! - E quanti altri martiri non saranno in questo remoto angolo di terra?... Eche perciò?... La Sardegna fu forse considerata mai come figlia ingenita di Colei?