Religiosità
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1945
Cenere
Grazia Deledda
p. 35
Zia Tatàna, però, lo proteggeva e lo amava, ed egli a poco a poco le si affezionò: ella lo lavava, lo pettinava, lo vestiva, gli insegnava le preghiere e i precetti del re Salomone, lo conduceva in chiesa, lo faceva dormire con lei, gli dava cose buone da mangiare.
p. 42
Eppure voi siete più cattivi di Efes. Tutti nel mondo siamo cattivi, agnellino mio, ma bisogna che ci compatiamo a vicenda: altrimenti guai, ci divoreremmo come i pesci del mare. Re Salomone disse che spetta soltanto a Dio giudicare... Hai capito?
p. 48
- Figliolino mio, - disse ad Anania, - va dal signor padrone a chiedere un po' di brodo per Efes Cau. Va: vedi come riduce il peccato mortale? Va, prendi questa scodella, va.
p. 65
Poi venne la nonna, ieri notte, e disse a mio padre: « Gesù perdonò alla Maddalena; ebbene, figlio mio, pensa che siamo nati per morire; pensa che al di là noi rechiamo con noi solo le buone azioni. Guarda come è desolata la tua casa; i topi vi fanno continuamente festa».
p. 66
- Ed ora, - disse Bustianeddu il giorno appresso, «ora s'è immischiata anche zia Tatàna! Che sermone ha fatto! «Ecco» ha detto a mio padre, «figurati di prendere in casa un'amica. Prendila: ella è pentita, si emenderà. Se tu rifiuti chissà che cosa avverrà di lei! Re Salomone aveva settanta amiche in casa sua ed era l'uomo più savio del mondo».
- E lui?
- Duro come la pietra; anzi disse che le amiche fecero perder la testa a Salomone.